Mercoledì, 18 Novembre 2015 09:40
In Etiopia la città sostenibile di un architetto genovese
Tra la polvere e gli asini del villaggio di Ropi, in Etiopia centrale, ci sono un’aula computer e un cineforum. Non arrivano l’acqua corrente e l’asfalto, ma è appena nato un asilo e la terra rossa è tappezzata da forni solari. L’architetto Lorenzo Fontana, 33 anni, genovese di Castelletto, vive qui da sette anni. A Ropi ha imparato a chiedere alla polvere e ad ascoltare le pulci, a vivere con un ritmo diverso da quello lasciato a Genova. Qui ha portato la sua “buona novella”, lavorando come architetto e cooperante al fianco degli abitanti.
Era andato in Etiopia a raccogliere materiale per la sua tesi di laurea. A Genova abitava nei vicoli, ma ha deciso di costruire a Ropi la sua casa. Architettura sostenibile, cooperative di lavoratori, programmi culturali: per i suoi progetti si appoggia a università e a Ong internazionali, ma soprattutto alla popolazione locale. "E’ importante l’impronta alla cooperazione – spiega Lorenzo Fontana - si lavora sempre “insieme” ai beneficiari, non “per” loro.
Ropi è in una regione martoriata dall’erosione del suolo: gli abitanti tagliano i pochi alberi per fare capanne, carretti e legna da ardere. Senza copertura vegetale la terra si spacca e con le piogge le vene aperte del suolo si spalancano. Ispirato dalle idee degli architetti Hassan Fathy e Fabrizio Caròla, Lorenzo ha diffuso una nuova tecnica costruttiva che prevede l’uso di mattoni in terra cruda al posto del telaio di legno.
Da quest’anno collabora con il Centro aiuti per l’infanzia, una Ong italiana. "E’ appena nato un asilo con 65 bambini – continua – è pensato come un villaggio in miniatura, con una piazza centrale e gli orti. Ogni bambino ha una porzione di terra che deve seminare e curare, e da cui raccoglierà i frutti". Insieme agli studenti universitari che quest’estate hanno fatto un workshop a Ropi, ha costruito uffici e un’aula computer. Sono partiti corsi di inglese e di informatica per i maestri della scuola pubblica; i contadini hanno imparato a praticare le colture integrate, per ottimizzare il raccolto e ridurre i pesticidi chimici. "Abbiamo anche una biblioteca e un cineforum. Ogni settimana si proiettano film e documentari che mostrano oceani e pesci colorati, megalopoli scintillanti, civiltà dell’altra parte del pianeta".
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Cultura