Una grande organizzazione che contiene l’Africa intera. Forse l’unica speranza di ritrovare l’ordine in un continente caotico. Forse l’unica strada per uscire dal tunnel della povertà cronica e dalla dipendenza economica dall’Occidente. Forse solo una speranza irraggiungibile che resterà tale. Nata recentemente, l’Unione Africana è un’organizzazione internazionale che comprende tutti gli Stati africani, con l’eccezione del Marocco a causa del riconoscimento della Repubblica Araba Saharawi Democratica (ammessa nell’organizzazione nonostante formalmente sia occupata dal Marocco). Ha sede ad Addis Abeba, in Etiopia, e nasce ufficialmente nel 2002 a Durban, in Sudafrica. Il suo compito, oltre al mantenimento della pace con qualche piccola missione di peacekeeping, è lo sviluppo agricolo ed economico. Obiettivi necessari ma difficili da raggiungere per un continente come l’Africa che ha una storia drammatica di guerre civili, povertà e sfruttamento. Per fare questo, non ha esitato a cooperare con l’Unione Europea attraverso una serie di incontri strutturati come Business Forum o attraverso partenariati principalmente per la costruzione di infrastrutture. Quale sarà il futuro di questa disomogenea organizzazione? Sarà quello di avvicinarsi sempre di più al modello europeo di governance? Sembra impossibile data la complessità del continente africano, dove sono ancora vive tante ferite storiche, religiose o etniche. Forse l’Unione Africana è l’unica strada percorribile per rimarginare queste ferite, queste fratture che attraversano tutta l’Africa. Un modo per rispettare le differenze e crescere insieme.
Guglielmo Cassiani Ingoni