Gli incubi dell’Apartheid e dello schiavismo sono ancora vicini, ma l’Africa non ha il tempo di pensare al passato. I diritti umani hanno ancora molta strada davanti a loro. La nascita dell’Unione Africana ha dato un’accelerata, attraverso la Carta Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli e il Protocollo di Maputo a protezione dei diritti delle donne, tra cui il diritto alla dignità, alla vita, all'integrità psichica, all'eredità alla morte del marito, al possesso della terra, all'istruzione, al matrimonio consensuale, alla contraccezione e all'autonomia della pianificazione familiare. Dal 1994 inoltre è attivo il Mouvement Africain des Enfants et Jeunes Travailleurs, il quale si propone di difendere i diritti dei minori che lavorano attraverso il dialogo con le autorità, iniziative di solidarietà reciproca, e campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica locale e internazionale. Per quanto riguarda l’omosessualità, rimane illegale in circa settanta Stati, con vari gradi di pene. Nonostante questi passi in avanti, in alcuni Paesi la situazione rimane critica. Il rischio di guerra civile e genocidio rimane alto e la libertà di espressione è ancora un sogno (con poche eccezioni). Dal punto di vista geopolitico, l’Africa è un enorme contenitore di risorse, sfruttato economicamente a causa di strascichi post-coloniali. Nonostante l’indipendenza, gli Stati africani continuano a pagare per gli eventi storici che hanno martoriato il loro continente. Un debito storico che l’Occidente si porta sulle spalle, ma che può contribuire a superare definitivamente lottando contro la povertà, lottando per la promozione dei diritti umani.
Guglielmo Cassiani Ingoni