L’Africa è un continente difficile per le donne. Essere donna nell’universo africano vuol dire essere essenziale ma allo stesso tempo essere continuamente in pericolo. Secondo un rapporto della Banca Africana per lo Sviluppo del 2011, esse rappresentano il 40-50% della forza lavoro agricola, dunque fondamentali per lo sviluppo del territorio e delle comunità africane. Custodi delle tecniche agricole, della crescita dei figli, della cultura tribale. Tuttavia sono vulnerabili ai cambiamenti climatici e ai disastri ambientali, che minano il principale sostentamento di intere regioni del continente che si affidano all’agricoltura di sussistenza. Ma a parte queste piccole vittorie di genere, l’Africa rimane una terra patriarcale, dove le donne mantengono un ruolo subalterno a causa del permanere di costruzioni socioculturali. In alcune comunità africane, il lavoro domestico non è pagato né riconosciuto e l’educazione delle bambine è affidata alla madre e si svolge prevalentemente all’interno delle mura domestiche. Nonostante rimangano validi i ruoli femminili all’interno delle cerimonie e dei riti, la situazione fra i sessi non è paritaria ed è stata anzi esasperata durante il periodo coloniale, durante il quale vennero istituite scuole femminili. Oggi la donna è ancora minacciata da stupri e violenze in gran parte dell’Africa, mentre nei paesi di religione islamica spesso subisce una subalternità imposta da regole religiose. Questa è l'Africa per la donna, una realtà pericolosa ma in continuo cambiamento. Un cambiamento che potrebbe portare, in futuro, all'uguaglianza di genere.
Guglielmo Cassiani Ingoni