Harvey Milk fu il primo politico statunitense dichiaratamente omosessuale. Ed è stato ucciso per questo. Ucciso dall’odio per il diverso. In Uganda avrebbe fatto la stessa fine. In questo paese africano infatti sono in vigore leggi anti-gay, che hanno ricevuto manifestazioni positive da una buona fetta della popolazione. Un esempio esplicativo sono le feste anti-gay che hanno accompagnato l’entrata in vigore della legge in questione. A queste manifestazioni razziste si aggiungono denunce folli, come quella del portavoce della polizia Fred Enanga che ha accusato gli Stati Uniti di convertire i giovani all’omosessualità. Teorie del complotto antiamericane e leggi razziste, un mix inquietante e pericoloso. In Uganda i diritti umani hanno fatto un enorme passo indietro. Dove sono gli europei? Il ministro degli Esteri ugandese Sam Kutesa ha incontrato il 28 marzo una delegazione dell’Unione Europea, guidata da Kristian Schmidt, in merito alla controversa legge, approvata dal presidente Yoweri Museveni il mese scorso. Dopo questo incontro il silenzio. La diplomazia europea si muove lenta e inefficace, appesantita dalla burocrazia e dai suoi stessi membri, mentre in Uganda la libertà viene violata. Harvey Milk in Uganda, così come in Russia o in Iran o in tanti altri Stati, sarebbe considerato un criminale secondo la legge.
Guglielmo Cassiani Ingoni