Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Pensiamoci.
La violenza degli uomini sulle donne ha antiche radici e sopravvive, seppur con molte eccezioni, negli ambienti in cui povertà, oppressione e scarsa educazione regnano sovrane. Come ebbe mondo di sottolineare negli anni '80 Thomas Sankara, che nella sua rivoluzione pose le donne al centro di ogni processo, "L'uomo, non importa quanto oppresso sia, ha un altro essere umano da opprimere, la moglie". La situazione è ancora, amaramente, molto simile.
Sono comprate, vendute e ammazzate. In molti luoghi senza che per loro vi sia alcuna giustizia.
Certo le giornate servono a riflettere, a comunicare emozioni ad intraprendere iniziative. Il lavoro però deve essere fatto, dai governi e dalle istituzioni, ogni giorno, ogni minuto. Un lavoro che parte dalla presenza delle donne nei posti di comando e di governo (ancora troppo poche - nel 2014 solo il 7% dei capi di stato o di governo erano donne e solo il 41% dei paesi del mondo era stato governato almeno un giorno da una donna), dal riconoscimento dei diritti, dalla lotta senza quartiere alla tratta di donne ai fini sessuali (tra cuiquella nigeriana in testa), alla ferma condanna (con azioni di forza) dello stupro come arma di guerra e delle mutilazioni genitali femminili e alla prevenzione delle più subdole violenze domestiche.
Ma incidere sulle dinamiche che conducono alla violenza sulle donne significa anche sottolineare e far risaltare le imprese quotidiane delle donne nel mondo (sempre maggiori ed in ogni campo), perchè come ho avuto modo di sottolineare parlando del Ruanda, si ha l'impressione che dove gli uomini hanno fallito, sono le donne a prendere in mano la situazione
Burundi, facciamo attenzione

Ma i segnali più evidenti, e preoccupanti, sono gli appelli alla carneficina o meglio al grido Kora Kora (andiamo a lavorare) che ricordano molto da vicino gli appelli a "schiacciare gli scarafaggi" che avevano accompagnato il genocidio ruandese. Oppure la negazione evidente di alcuni quotidiani locali che minimizzano i fatti, dando dei visionari a chi invita alla calma. Così come appaiono preoccupanti le sostituzioni dei vertici militari con uomini fidati e di sicura fede o, ancora, la distribuzione, sottobanco, di armi ai civili. Insomma, siamo onesti, i segnali di qualcosa che rischia di rompersi sono tutti evidenti. Le Nazioni Unite, memori del fallimento nella crisi ruandese, hanno già convocato un consiglio di sicurezza e nominato un mediatore (il presidente ugandese Musuveni), mentre da giorni la gente ha iniziato a scappare dal Paese. Come spesso accade sono i civili, soprattutto donne e bambini, ad essere i primi colpiti da queste crisi umanitarie. I primi profughi hanno già varcato i confini e vanno ad ammassarsi in quella complessa situazione dei rifugiati che da decenni contribuisce a creare instabilità nella regione dei Grandi Laghi.
Teniamo accesi i riflettori, perchè solo nel buio le azioni più ignobili possono prevalere.
Le cascate del Nilo azzurro
In Etiopia la città sostenibile di un architetto genovese
Il lago di lava
Babbo Natale porta l'acqua in Etiopia
Il ritorno degli schiavi dell'Arabia Saudita
Abruzzo: protocollo con l'Etiopia per collaborazione sanitaria
Pistelli in Etiopia
Aida.. principessa Etiope
È un'opera in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Antonio Ghislanzoni da un soggetto di Auguste Mariette.
La prima rappresentazione fu al "Kedivial Opera House " de Il Cairo il 24 Dicembre 1871 in occasione dell'inaugurazione del Canale di Suez.
Trama
ATTO I
Aida vive a Menfi come schiava; il padre Amonasro organizza una spedizione in Egitto per liberarla dalla prigionia.
Aida si innamora del giovane guerriero Radamés, dal quale è riamata; ma di costui si è invaghita anche Amneris, la figlia del re d'Egitto.
Amneris nutre sentimenti di gelosia per la principessa etiope e falsamente la consola del suo pianto.
Un messaggero porta la notizia che l'esercito etiope guidato dal re Amonasro sta marciando verso Tebe: è la guerra.
Il Faraone designa Radamés comandante dell'esercito che combatterà contro gli Etiopi.
Aida è combattuta tra l'amore per Radamés e il sentimento per il padre e il suo popolo.
Fra cerimonie solenni e danze il gran sacerdote Ramfis gli consegna la spada consacrata.
ATTO II
Amneris riceve nelle proprie stanze, dove piccoli schiavi mori danzano, Aida e con l'astuzia la spinge a dichiarare i suoi sentimenti per Radamés, annunciandole la morte dell'amato in battaglia.
Amneris minaccia Aida che, disperata, è costretta a chiedere perdono.
Risuonano le trombe della vittoria e la popolazione accorre alla cerimonia del trionfo; mentre il re siede sul trono con la figlia, l'esercito sfila davanti a lui.
Radamés viene incoronato da Amneris con il serto dei vincitori ed intercede a favore dei prigionieri tra i quali si trova Amonasro, padre di Aida.
Il re accoglie la richiesta di rilasciare i prigionieri, poi, per la protesta dei sacerdoti, decide di trattenere come ostaggi Aida e un guerriero, in realtà Amonasro, che giura di aver sepolto il re degli Etiopi.
Per gratitudine il Faraone concede a Radamés la mano della propria figlia.
ATTO III
Radamés ha solo apparentemente acconsentito a diventare sposo di Amneris, la quale si reca al tempio della dea Iside per pregarla di proteggere le sue imminenti nozze.
Quella stessa notte, mentre Aida attende l'amato sulle sponde del Nilo, Amonasro convince la figlia a tradirlo: Aida ottiene le informazioni richieste.
Il padre, poi, spia il colloquio tra i due innamorati e viene a conoscenza del luogo dove l'esercito egiziano attaccherà gli etiopi.
Quando Amonastro esce dal nascondiglio e si presenta come il re degli Etiopi, Radamés capisce di aver involontariamente tradito il proprio paese.
Con il suo aiuto Aida e il padre riescono a fuggire, mentre Radamés si consegna al gran sacerdote per espiare la propria colpa.
ATTO IV
Amneris desidera salvare la vita dell'uomo che ama, ma Radamés la respinge: non vuole più nascondere il suo amore per Aida, la schiava liberata e sopravvissuta alla battaglia durante la quale ha perso il padre.
Amneris si dispera, implora pietà per Radamés che viene condannato dai sacerdoti per tradimento ad essere sepolto vivo.
Nella cripta sotto il tempio di Vulcano, mentre sta per essere murato, invoca Aida e costei come in un sogno gli appare: è venuta a morire con lui.
I due innamorati si abbracciano e dicono addio al mondo che li ha condannati, mentre nel tempio Amneris piange e prega durante le cerimonie religiose e la danza delle sacerdotesse.
Personaggi
- AIDA (soprano) principessa etiope
- RADAMÉS (tenore) capitano dell'esercito faraonico
- AMONASRO (baritono) re dell'Etiopia e padre di Aida
- AMNERIS (mezzosoprano) figlia del re d'Egitto
- RE D'EGITTO (basso)
- RAMFIS (basso) gran sacerdote
- UNA SACERDOTESSA
- UN MESSAGGERO
- CORO di sacerdoti, sacerdotesse, ministri, soldati, ufficiali, schiavi, popolo egizio
Brani celebri
- Atto Primo
- Se quel guerriero io fossi... Celeste Aida, romanza di Radames
- Ritorna vincitor, romanza di Aida
- Atto Secondo
- Fu la sorte, duetto Amneris Aida
- Gloria all'Egitto, Coro
- Quest'assisa ch'io vesto, Amonasro
- Son nemici e prodi sono, Ramfis
- Atto Terzo
- O cieli azzurri, romanza Aida
- A te grave cagione m'adduce, duetto Amonasro e Aida
- Rivedrai le foreste imbalsamate, duetto Amonasro e Aida
- Pur ti riveggio, mia dolce Aida, duetto Radamés e Aida
- Atto Quarto
- L'aborrita rivale a me sfuggia, duetto Amneris e Radamés
- "Ohimè! Morir mi sento", Amneris, Ramfis e sacerdoti)
- La fatal pietra sovra me si chiuse... " O terra addio ", duetto Radamés e Aida
LA dichiarazione di Londra: azioni decisive contro il bracconaggio e traffico di fauna selvatica
Warka Water: un progetto italiano per raccogliere l'acqua potabile in Etiopia
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Ecco le emoticon di colore
L'Etiopia domina la maratona di Roma
Etiopia, capra chiede un passaggio in bicicletta
Casa francese imbottiglia prima annata di vino fatto in Etiopia
Questi sono vigneti di Merlot, Syrah e Chardonnay, ma non siamo nella campagna italiana o in quella francese. Siamo in Etiopia, a soli 100 miglia a sud della capitale Addis Abeba, dove il colosso transalpino Castel quest'anno ha imbottigliato la sua prima annata di vino prodotto sul posto. "Il nostro obiettivo - racconta il direttore della cantina, Olivier Spillebout - è proprio quello di offrire questo vino agli etiopi, un vino di buona qualità, con un buon prezzo e così via". L'azienda francese punta a vendere la metà della produzione di quest'anno, 1,2 milioni di bottiglie, al mercato interno e l'altra metà a etiopi che vivono all'estero. Ma il governo spera anche che il vino possa migliorare l'immagine dell'Etiopia nel mondo e attirare così più investimenti esteri a sostegno di un'economia che sta già crescendo dell'11 per cento all'anno, uno dei tassi più alti dell'Africa. "Secondo la nostra visione - racconta il ministro dell'Industria Abtew Ahmed - l'Etiopia sarà un centro per l'industria leggera, un punto di riferimento africano per l'industria leggera ad alta intensità di lavoro". Il terreno sabbioso, una stagione delle piogge di breve durata, il basso costo dei terreni e la manodopera abbondante rendono comunque l'Etiopia un luogo ideale per la produzione di vino. E sul fronte delle vendite non sono già mancate le sorprese come quella di un uomo d'affari cinese che si è portato a casa 24.000 bottiglie.
10 cose che non sai sull'Etiopia
Sapevi, per esempio, che in Etiopia ci sono delle zone coperte di neve? No? Bene, ecco altre 10 cose che probabilmente non conosci dell’Etiopia:
- L’Etiopia e’ sette anni e mezzo circa dietro di noi. Perché? Perché é l’unico paese ad avere 13 mesi all’anno. Gli etiopi celebrano capodanno a settembre!
- Gli etiopi misurano il tempo dal sorgere del sole e contano il tempo nel senso opposto dell’orologio. Quando il sole sorge, alle 6, per gli etiopi é mezzogiorno, e inizia un nuovo giorno!
- In Etiopia si parlano più di 80 lingue diverse.
- I bambini etiopi devono imparare sia la lingua della propria tribù sia la lingua ufficiale del paese, l’amarico, e devono anche avere una buona padronanza dell’inglese perché a partire dalla scuola secondaria le lezioni sono tenute esclusivamente in inglese.
- Si ritiene che la leggendaria arca dell’alleanza, la reliquia che si dice contenga i dieci comandamenti, si trovi in una chiesa in Etiopia.
- Eccetto un breve periodo di occupazione italiana, l’Etiopia è l’unico paese Africano a non essere mai stato colonizzato.
- Hai mai sentito parlare di rastafarianesimo? Haile Selassie é stato un imperatore etiope, nato nel 1892, ed é venerato dal movimento rastafari. Da non confondere con il leggendario podista Haile Gebre Selassie!
- L’Etiopia é l’unico paese in Africa ad avere un proprio alfabeto.
- Il più antico scheletro fossile di un essere umano fu scoperto in Etiopia, e cosi’ anche il caffé. L’Etiopia é dunque la patria del genere umano e della sua bevanda preferita!
- L’etiope Abebe Bikila é stato il primo africano a vincere l’oro olimpico. Arrivo’ al primo posto dopo aver corso tutta la maratona scalzo. P